Riv.Mat.Univ.Parma (6) 2 (1999)

L'anno 1999 si è rivelato particolarmente doloroso per la Rivista e per il Dipartimento di Matematica dell'Università di Parma.

La sera del 29 aprile è improvvisamente mancato l’amico Giulio Di Cola, per lunghi anni docente di Analisi Numerica che tanto ha contribuito allo sviluppo di tutta la Matematica Applicata nel Dipartimento. Gli amici e colleghi, e i numerosi allievi, desiderano manifestare il loro apprezzamento e la loro riconoscenza. Riportiamo in questa pagina un Ricordo preparato dalla professoressa Carla Calvi Parisetti per la Gazzetta di Parma.

Il giorno 8 luglio, la collega Bianca Manfredi che nel corso del suo cinquantennale servizio nell’Università di Parma quale Professore di Meccanica Razionale tenne per diciassette anni la direzione della Rivista, ci ha lasciati...
La sua scomparsa ha lasciato un profondo senso di vuoto non solo nella Rivista, di cui è stata tanto a lungo trave portante, ma anche in Dipartimento e in tutta la comunità fisico-matematica italiana. Il Comitato di Redazione , che insieme con la Segreteria della Rivista, la ricorda con gratitudine, intende onorarne la memoria con opportune iniziative. In questo numero viene intanto pubblicata la Commemorazione tenuta dal professore Giovanni Battista Rizza in occasione delle esequie.
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Ricordo del professore Giulio Di Cola

Chi frequenta il Dipartimento di Matematica della nostra Università non riesce ancora a realizzare, a pochi giorni dalla sua morte, che Giulio Di Cola non è più nel suo studio, dietro al suo tavolo colmo di libri e di fogli a parlare con gli studenti, o al telefono, con colleghi di Parma o di altre università o di enti di ricerca. Non aveva smesso di essere presente, con la solita partecipazione attiva ad ogni iniziativa che favorisse l'avanzamento della ricerca nel settore della matematica applicata, nonostante che formalmente dovesse essere in pensione da alcuni mesi .
Prima di venire a Parma ventitre anni fa, Giulio Di Cola aveva già percorso una promettente carriera di ricercatore. Laureato a Pisa in Matematica, era diventato assistente alla cattedra di Fisica Matematica, ruolo che aveva lasciato per curare interessi scientifici a Lui più congeniali presso il laboratorio del sincrotrone di Frascati, poi presso l'Euratom a Bruxelles e a Ispra e infine presso l'Istituto delle Applicazioni del Calcolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma. Venne a Parma con la qualifica di distaccato di tale Istituto e iniziò subito a manifestare la capacità - acquisita anche con l'esperienza precedente - di ricercatore versatile, interessandosi ai problemi provenienti da settori più disparati, dall'elettrocardiologia alla biologia e all'ecologia , con la mentalità del matematico applicato, attento a descrivere e a formalizzare i problemi in modo rigoroso ma anche realistico.
La notevole rete di relazioni che aveva intessuto prima di venire a Parma e la stima di cui godeva presso gli Enti in cui aveva operato, arricchitesi negli anni, hanno favorito la stipula di numerosi contratti, ciò che ha consentito di promuovere ricerche specifiche su temi di grande rilievo, nonché l'acquisizione dei primi strumenti di calcolo, con vantaggio della ricerca e degli studenti posti di fronte a problemi concreti.
Giulio Di Cola, divenuto professore associato di Metodi Matematici per le Applicazioni e poi di Metodi di Approssimazione era un docente che aveva fiducia negli studenti e nella loro capacità di lavorare in modo costruttivo. Utilizzando la sua vivida e brillante intuizione come supporto a un metodo di lavoro interattivo, si rivolgeva al suo pubblico quasi interrogandolo sulla bontà del procedimento seguito e facendo successivamente le dovute riflessioni. Dovunque si trovasse a svolgere la sua attività, colpiva il modo familiare con cui entrava in rapporto con gli altri, come se si fosse stabilita una sorta di continuità tra vita familiare e vita di lavoro.
Tutte le persone che hanno collaborato con Lui hanno apprezzato la sua generosità sia che suggerisse nuove idee, sia che promuovesse iniziative scientifiche. La sua scomparsa lascia un grande vuoto tra tanti che lo hanno conosciuto ed apprezzato insieme a un ricordo vivo , pieno di stima e di gratitudine.

CARLA CALVI PARISETTI


Parma, 8 maggio 1999
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Commemorazione della professoressa Bianca Manfredi

Commozione e tristezza sono i sentimenti che velano questi miei giorni. La notizia che l'amica e collega Bianca Manfredi non è più fra noi mi ha colto di sorpresa. Mi affido quindi alla vostra comprensione se questo mio discorso, improvvisato in poche ore, non sarà esauriente, nè ben strutturato. Tenuti presenti i trentacinque anni in cui ho lavorato con Bianca Manfredi, mi perdonerete se in qualche punto della esposizione l'emozione avrà il sopravvento.
In questo estremo saluto penso di interpretare il desiderio di tutti i matematici di Parma e più in generale delle Autorità Accademiche, nel rivolgere alla Famiglia sensi di profonda condoglianza.
Laureata a Bologna col massimo dei voti nel 1941, discutendo la tesi Sulla risoluzione di alcune equazioni differenziali e derivate parziali totalmente lineari (relatore A. Mambriani),inizia a Parma nello stesso anno la car-riera universitaria come Assistente Incaricata di Meccanica Razionale. A partire dal 1943 tiene via via per incarico i corsi di Meccanica Razionale, Fisica Matematica e Istituzioni di Fisica Matematica, Meccanica Superiore, Istituzioni ed Esercitazioni di Matematiche. Nel 1958 ottiene la libera docenza in Meccanica Razionale e la definitiva conferma nel 1963. Vincitrice di concorso a cattedra, dal 1975 al 1991 è titolare di Meccanica Razionale nella nostra Università.
I Maestri di Bianca Manfredi sono Antonio Mambriani, al quale fu particolarmente legata, Pietro Teofilato e Giorgio Sestini. L'attività scientifica, che si caratterizza per una costante curiosità e per un raro equilibrio tra teoria e applicazioni, si riassume in trentacinque pubblicazioni, relative soprattutto alla Fisica Matematica, ma anche all’Analisi, alla Matematica Applicata, alla Storia della Matematica. Ecco alcuni degli argomenti studiati: problemi di meccanica non lineare, problemi lineari e non lineari di propagazione del calore (anche col metodo delle differenze finite ), questioni di elasticità e di termoelasticità, equazioni differenziali parziali totalmente lineari, pluriderivazioni, progressioni di aritmeticità, reologia nei solidi. Ben dodici lavori riguardano poi la ricerca di soluzioni periodiche, quasi periodiche, asintoticamente periodiche delle equazioni differenziali. Da segnalare infine due voci nell’Enciclopedia della Scienza e della Tecnica e il volumetto La Matematica nello Studium Parmense.
Non è ora il caso di soffermarsi ulteriormente sull'attività scientifica e didattica di Bianca Manfredi. E' invece opportuno dedicare spazio ad alcune notizie che ne mettono in luce la personalità.
Vorrei anzitutto ricordare che, per una serie di circostanze, negli anni 1940-1960 (guerra e dopoguerra) Antonio Mambriani e Bianca Manfredi hanno rappresentato un punto di riferimento, oserei dire un simbolo, per la Matematica a Parma.
Invero, tra il 1940 e il 1945 (anni di guerra) la maggior parte dei docenti incontra serie difficoltà logistiche a raggiungere Parma per tenervi regolarmente le lezioni. Nonostante ciò gli Assistenti B.Manfredi, C.Sangermano, E.Torcoli, insieme col Professore A.Mambriani, arrivato a Parma in un secondo tempo, riescono ad assicurare uno svolgimento sufficientemente regolare a tutti i corsi dei Bienni abbinati di Matematica e Ingegneria.
Nel 1945 viene istituito a Parma il corso di laurea in Scienze Matematiche, strutturato in quattro anni. I pochi professori e assistenti disponibili (e tra questi Bianca Manfredi) devono impegnarsi al massimo per tenere in vita tutti i corsi. Ognuno tiene ben tre insegnamenti; due corsi a Parma, uno alle suore di Castelnuovo Fogliani.
Attingo ora ai ricordi personali.
Ho incontrato per la prima volta Bianca Manfredi a Taormina nel 1951, uno dei primi congressi dell'Unione Matematica Italiana del dopoguerra. Era il mio primo congresso. Noi giovani eravamo insieme intimiditi e stimolati dalla presenza di grandi Maestri come F. Severi, E. Bompiani, B. Segre, G. Sansone, M. Picone, G. Ricci, F. Tricomi, B. Finzi, A. Signorini. Ma già allora in Bianca Manfredi si notava una forte personalità, un carattere deciso che va diritto allo scopo e un grande entusiasmo.
Il destino ha poi voluto che ci incontrassimo nuovamente a Parma nel 1962 quando, vincitore di concorso, fui chiamato alla cattedra di Geometria. Da allora per trentacinque anni abbiamo lavorato insieme per l'Istituto di Matematica (ora Dipartimento di Matematica) e per la Rivista di Matematica.
In effetti, nella vita universitaria di Bianca Manfredi queste sono le Istituzioni nelle quali essa ha profuso intelligenza, tempo, energie, Istituzioni che sempre era pronta a difendere ad oltranza.
Ricordo ad esempio che ha dedicato gli anni di fuori ruolo a scrivere un volumetto in cui mette in luce la continuità di una tradizione matematica a Parma nel corso dei secoli.
Ma senza dubbio il meglio di sé Bianca Manfredi l'ha dato nella direzione della Rivista Matematica della Università di Parma, direzione che ha tenuto per ben diciassette anni. Senza risparmio di energie si è dedicata a questo compito con amore curando della Rivista non solo i contenuti scientifici, ma anche l'aspetto formale fino ai minimi dettagli.
Eppure, nel 1975, pur avendo già una esperienza venticinquennale di collaborazione con A. Mambriani alla Rivista, esitava a assumerne la direzione, come io le proponevo... Ma Bianca Manfredi era fatta cosi. Mai ha sollecitato onori o incarichi, ma fiera di essere un Professore Universitario, non si è mai sottratta al lavoro ed alle responsabilità. Giustamente quindi è a lei dedicata la prima parte del volume del 1993, che raccoglie venti articoli in suo onore, inviati non solo da matematici del suo settore, ma anche da matematici che operano in altri campi di ricerca.
Il suo tratto signorile poteva, a prima vista, apparire un po’ superbo, aristocratico. In realtà Bianca Manfredi era molto aperta e democratica con tutti. Stimata e rispettata dai colleghi e talora un po’ temuta per una certa rigidità nel difendere le proprie idee fino in fondo, era molto popolare tra gli studenti che apprezzavano, oltre alle qualità scientifiche e didattiche, la grande carica di entusiasmo per la Matematica e sopra tutto per la Fisica Matematica. Molto amata anche dai dipendenti, in particolare dalle segretarie che operavano alla Rivista, per le sue doti di umanità, che la portavano ad interessarsi personalmente ai loro problemi, grandi o piccoli che fossero.
Concludo con una osservazione. Negli anni ‘40 non era certo facile per una donna intraprendere e riuscire nella carriera universitaria, ma le qualità intellettuali, la forte determinazione, la notevole capacità di lavoro, il tutto sorretto da un irriducibile entusiasmo ebbero ragione di ogni ostacolo e Bianca Manfredi divenne Professore Universitario, titolo questo di cui andava fierissima. Per questo Bianca Manfredi rappresenta, a mio avviso, un esempio positivo nell'aspro cammino di una vera emancipazione femminile.

Le mie parole non sono certo sufficienti per illustrare compiutamente la figura di Bianca Manfredi.
A questo punto però non stupisce che in questa chiesa, oltre ai familiari, ai parenti, agli amici, ai conoscenti, siano presenti tanti colleghi, allievi, studenti, che di lei conserveranno molto a lungo il ricordo.

GIOVANNI BATTISTA RIZZA


Parma, 12 luglio 1999


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